Compositore. Studiò a Napoli con P. Serrao, G. Martucci, M.E. Bossi, e conseguì il primo successo con Mala vita (poi rielaborata con il titolo Il voto), rappresentata a Roma nel 1892. L'opera è decisamente improntata al gusto verista, con una crudezza di soggetto inconsueta. Dopo Regina Diaz (Napoli 1894), compose la sua opera più popolare, Andrea Chénier (libretto di L. Illica, Milano 1896), cui seguirono Fedora (libretto di A. Colautti, Milano 1898), Siberia (libretto di L. Illica, Milano 1903), Marcella (libretto di L. Stecchetti, Milano 1907), Mese mariano (libretto di S. Di Giacomo, Palermo 1910), Madame Sans-Gêne (libretto di R. Simoni, New York 1915), La cena delle beffe (libretto di S. Benelli, Milano 1924) e infine Il re (libretto di G. Forzano, Milano 1929). Dopo il 1929 la sua produzione cessò quasi completamente. Ciò non avvenne a caso; il gusto verista, di cui G. condivideva i tratti più evidenti, era ormai superato: ne sono testimonianza gli stessi sforzi che il compositore fece per evolversi linguisticamente e poeticamente. Il temperamento esuberante e sanguigno di G. si sfoga liberamente nelle prime opere, concedendosi all'enfasi e allo spiegamento melodico, con risultati non privi di spontanea eloquenza, di suggestiva ed efficace immediatezza. Non v'è dubbio che da questo punto di vista Andrea Chénier e Fedora rimangano le opere più significative, anche se lo sforzo compiuto dal compositore per rinnovare e variare il proprio gusto porta, nel Mese mariano e soprattutto in Madame Sans-Gêne e nel Re, a risultati apprezzabili per la cura dello strumentale e l'abile taglio teatrale. Al di fuori della produzione teatrale G. non ha composto che poche liriche e pezzi per pianoforte, Piedigrotta e un Inno del Decennale (1933) per orchestra.